Parcheggio in faggio

L'università di Monaco di Baviera ha sviluppato il primo sistema costruttivo per la realizzazione di un parcheggio in legno.

Pollmeier BauBuche Parkhaus
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In Germania, il faggio è, dopo abete rosso e pino, la terza specie di albero più diffusa con ampie e sostenibili riserve di utilizzo. I suoi valori di resistenza superano nettamente quelli dei legni di conifera e, se sottoposto a lavorazione industriale per ricavarne legno microlamellare di alta qualità, il legno di faggio può anche essere utilizzato in modo redditizio. Mentre il legno microlamellare di faggio (BauBuche) viene già impiegato per strutture di grandi dimensioni, come ad es. capannoni e immobili commerciali, il Politecnico di Monaco di Baviera ha ora studiato anche la possibilità di realizzare sistemi costruttivi per parcheggi coperti.

Gli elevati valori di resistenza del legno microlamellare in faggio consentono innanzitutto di impiegare questo materiale in legno per gli elementi portanti del parcheggio. Ciò dischiude nuove opportunità tanto sotto il profilo ecologico quanto sotto quello estetico: da un lato si impiega un materiale ecologico, che in quanto immagazzinatore di carbonio contribuisce alla tutela dell'ambiente. Dall'altro, grazie alla sua pregiata superficie il prodotto BauBuche è adatto per l'utilizzo nelle applicazioni a vista e quindi alla valorizzazione estetica di un parcheggio. Sotto il profilo tecnico dei costi, il parcheggio coperto in legno si attesta allo stesso livello delle tradizionali costruzioni in acciaio o in muratura.

Nel modello calcolato dal Politecnico di Monaco di Baviera, la struttura di base del parcheggio è realizzata con pilastri e travi in BauBuche GL70 e con una soletta in prefabbricati di cemento armato. Grazie all'elevata portata del materiale in legno, è possibile coprire con un'unica campata priva di pilastri posteggi e corsia di marcia, così da contrassegnare i posteggi a prescindere dalla costruzione. Nemmeno la realizzazione di posteggi per disabili o la modifica delle superfici per veicoli di dimensioni diverse rappresentano un problema.

Pollmeier Visualisierung Parkhaus

Le automobili possono accedere al parcheggio tramite rampe realizzate con travi di BauBuche ed elementi prefabbricati in calcestruzzo. Il livello più alto del parcheggio è protetto strutturalmente dagli agenti atmosferici con un tetto. Assumendo un montaggio eseguito a regola d'arte e una protezione contro le intemperie, per gli elementi portanti in BauBuche è prevista una durata di utilizzo di oltre 50 anni, ossia un longevità del tutto comparabile a quella di un'opera in muratura.

La struttura modulare consente di accostare i livelli di parcheggio fino ad una lunghezza qualsiasi e di immaginare un edificio con un'altezza massima pari a quella di un grattacielo. L'efficienza nell'uso delle risorse garantita da questa costruzione edile aumenta grazie all'elevato grado di prefabbricazione: producendo in fabbrica gli elementi in BauBuche, infatti, si garantisce non solo una migliore qualità degli elementi portanti, bensì anche una riduzione dei tempi di costruzione. Inoltre, nel caso della realizzazione dei particolari è possibile effettuare un migliore controllo qualitativo. La soletta in calcestruzzo che divide i singoli livelli del parcheggio funge da protezione contro l'umidità durante la fase di montaggio e, successivamente, da barriera tagliafuoco.

Una volta che la vita tecnica del parcheggio coperto è giunta alla sua fine, i singoli materiali (legno, calcestruzzo, acciaio) possono essere facilmente smontati e riutilizzati come materiale riciclato oppure condotti alla termovalorizzazione.

Anne Niemann è responsabile del progetto di ricerca denominato "Sviluppo di un sistema costruttivo per parcheggi coperti in legno microlamellare di faggio" presso il Politecnico di Monaco di Baviera. I dettagli tecnici e le ulteriori informazioni su questo progetto si possono trovare ad esempio nell'articolo specialistico intitolato "Parcheggi coperti in legno – sistema costruttivo in legno microlamellare di faggio", che è stato recentemente pubblicato dalla signora Niemann sulla rivista tedesca Deutsche BauZeitschrift (DBZ). Leggete qui l'intero articolo.